Cefalù, 1612, il privilegio della mazza…
A cura di Sandro Varzi
Antonino Brocato, alias “U Prisirienti”, decano della marineria cefalutana. In questa foto lo vediamo nelle vesti di Mazziere della Città di Cefalù, in occasione della Festa del Santissimo Salvatore.
Foto Varzi
Foto Varzi
Nel 1612, Cefalù ottiene il privilegio di potersi servire nelle cerimonie ufficiali della mazza, alla stessa stregua di Termini, Mazara ed altre città.
In seguito nel 1775 alla Città viene concessa dal re la possibilità per la Magistratura di Cefalù di fregiarsi del titolo di Senato.
Il Senato era rappresentato dalla “mazza”, simbolo del potere amministrativo della Città, che ancora oggi rappresenta l’Autorità Civica. La mazza viene usata nelle occasioni previste dal Regolamento Comunale per la Disciplina delle Onoranze Ufficiali, e cioè durante i Festeggiamenti in onore del SS. Salvatore e durante la Processione del Venerdì Santo.
La tradizione orale ricorda come in passato gli abiti del Mazziere e dei Valletti, prima che entrassero in uso quelli in uso ancora oggi, fossero costituiti da divise marinare settecentesche munite di feluca. Il Mazziere porta la mazza ed i Valletti le lance. L’origine della presenza di tali personaggi è molto antica e risale all’inizio del secolo XVII, quando Cefalù ottenne il privilegio di potersi servire nelle cerimonie ufficiali della mazza. Se in quell’occasione venne effettivamente realizzata una mazza non lo sappiamo, possiamo però ipotizzare che sin da allora la Città si sia servita del mazziere in quanto nell’anno 1752 compare una spesa di quasi sei onze per aver fatto perfezionare l’antica mazza, della quale sconosciamo ogni particolare.
Con il nuovo titolo di Senato, nel 1776, l’Università si vide costretta a concordare col Vescovo, un nuovo Cerimoniale per le funzioni Ecclesiastiche. Probabilmente fu anche fusa l’antica mazza per farne una nuova, quella attualmente in uso. Questa mazza, in argento massiccio, è un pregevolissimo lavoro di getto a cera persa e di cesellatura che rappresenta la Trasfigurazione di Cristo.
Sulla cima formata da un gruppo di nuvole vi è la figura del Redentore, accompagnata da quelle di Mosè ed Elia; nel piano medio, sopra tre sporgenze a volute, sono le figure degli Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni; sulla base, in mezzo ad ornati, vi è lo scudo, contornato dal solito accartocciato, portante i tre pesci in pergola colla testa alla figura centrale rotonda.
Lo scudo è sormontato dalla corona reale. Realizzata a Palermo, presenta l’aquila a volo alto ed il punzone consolare GC 83. Anche le lance (o bastoni) dei quattro valletti sono di pregevole fattura: sono di legno e portano sulla cima lo stemma di Cefalù in argento con su impressi l’aquila a volo alto ed il punzone consolare AG 77.
Sandro Varzi