Palazzi

IL CASTELLO ORTOLANI DI BORDONARO

Il Castello Ortolani di Bordonaro è un’antica residenza nobiliare situata nella contrada Sette Frati, il terreno su cui sorge potrebbe essere stato identificato come un’antica vigna di proprietà dei Ventimiglia, il Castello, invece, fu costruito da Antonino Lo Duca, nativo di Cefalù e fratellastro di quel famoso Don Antonio Duca che trasformò le Terme di Diocleziano di Roma nella Chiesa di S. Maria degli Angeli.

Stemma - Foto credito P. Lo Presti - http://www.qualecefalu.it/node/212

All’interno del baglio uno stemma marmoreo, che raffigura uno scudo dove in alto si trova una corona, al centro una fascia e in basso troviamo tre stelle ad otto punte ordinate 2 sopra 1 sotto al centro, infine, una fascia passante sul divisorio, con un’iscrizione che recita:

“ANTONINUS DUCA CANONICUS (PA)NORMITANUS CEPHALUDENSIS AEDIFICAVIT…”

Purtroppo, il resto dell’iscrizione non è molto leggibile, come potete osservare nella foto qui a lato.

Il Lo Duca sopra menzionato, Arciprete a Caccamo, proveniente da importanti famiglie di Cefalù, Canonico della Cattedrale di Palermo e parroco benefico della chiesa di S. Croce, dove fu sepolto tra gli altari del Crocifisso e di Maria SS., sotto il titolo dell’Itria (Bianca 1798), morì nel 1568, lasciando come erede dei suoi beni il figlio naturale Gian Bartolomeo.

In seguito troviamo il Castello in possesso di Don Flaminio e Bernardino Lo Duca e, successivamente, dei loro eredi; infine, il Castello passò alla famiglia Signorino tramite questi ultimi. Non conosciamo i dettagli su come la proprietà sia poi passata alla famiglia Ortolani, da cui è giunta al Comune di Cefalù.

Gabriele Ortolani, Barone di Bordonaro, Principe di Torremuzza, ha lasciato al Comune di Cefalù il baglio fortificato Mazzaforno-Settefrati al momento della sua morte nel 1992.

Egli ha prescritto che il complesso dovrà essere sempre chiamato Castello Ortolani di Bordonaro e che sia utilizzato esclusivamente per incontri culturali di carattere storico, letterario, religioso, filosofico e per impianti ricreativi, con la condizione inderogabile che sia destinato a tali scopi.
Destinazione che è evidenziata dalla lapide, fatta apporre nel baglio, che così recita:

“QUESTO VETUSTO MANIERO RICCO DI ANTICHISSIME TRADIZIONI E DI NOBILISSIMI RICORDI GABRIELE ORTOLANI PRINCIPE DI TORREMUZZA ALLA CITTÀ DI CEFALÙ DONÒ PERCHÉ FOSSE CENTRO PROPULSORE
E FECONDO DI ELEVAZIONE SOCIALE E DILETTO PUBBLICO

Lapide - Foto credito P. Lo Presti - http://www.qualecefalu.it/node/212

Il Barone di Bordonaro ha scelto il Prof. Emanuele Di Fiore, suo figlioccio scomparso nel 2001, per sorvegliare l’esatta esecuzione del lascito. Gabriele Ortolani è nato a Palermo nel 1907, dove i suoi genitori, Alessandro e Giovanna De Michele dei Baroni del Grano, si erano trasferiti alla fine dell’Ottocento, lasciando la loro residenza a Via Mandralisca a Cefalù. Storico e letterato, uomo colto e raffinato, Gabriele Ortolani amava la pittura e gli oggetti antichi. Ha pubblicato saggi storici, bozzetti letterari, ricerche di araldica e itinerari di Palermo.

Castello di Bordonaro - Foto credito Lo Presti
Castello di Bordonaro, magazzini - Foto Lo Presti
Castello di Bordonaro -
Castello di Bordonaro, frantorio - Foto Lo Presti-04

Il complesso architettonico che fa parte del lascito Ortolani è composto da diverse strutture che nel corso del tempo sono state aggiunte all’antica torre, forse un’antica specula romana, queste includono il baglio con un pozzo e piccoli magazzini, il piano nobile con sotto la cantina, il trappeto e un grande magazzino; quest’ultimo presenta delle interessanti feritoie nella parete perimetrale.

Castello di Bordonaro - Foto credito Lo Presti
Castello di Bordonaro - Foto credito Lo Presti
Torre merlata - Castello di Bordonaro

Il complesso architettonico che fa parte del lascito Ortolani è composto da diverse strutture che nel corso del tempo sono state aggiunte all’antica torre, forse un’antica specula romana, queste includono il baglio con un pozzo e piccoli magazzini, il piano nobile con sotto la cantina, il trappeto e un grande magazzino; quest’ultimo presenta delle interessanti feritoie nella parete perimetrale.

La torre merlata, imponente e protetta da un fossato, è situata all’interno del baglio.

All’interno del complesso, ci sono dei percorsi segreti che permettevano agli ospiti di raggiungere la torre in modo discreto e veloce, quando necessario.

Non possiamo tralasciare la descrizione degli interni senza menzionare i due cicli di affreschi, di autore sconosciuto, che decorano le stanze della torre, le stesse che un tempo ospitavano la Biblioteca di casa Ortolani, forse a partire dal XIX secolo.

Il ciclo più interessante raffigura l’epopea garibaldina, mentre il secondo presenta scene orientali dal gusto esotico.

Chiesa di Santa Felicita

Accanto al Castello si trova una piccola chiesa dedicata a Santa Felicita e ai suoi sette figli martiri. La costruzione della chiesa, forse su una cappella preesistente, è attribuita a Don Paolo Signorino, Arcidiacono della Cattedrale di Cefalù, come suggerisce un’iscrizione affrescata sulla parete interna della chiesa sopra la porta d’ingresso.

“V.I.D. / ARCH.S D. PAULUS SIGNORINO / ABBAS SANCTE FELICITATIS / VICARIUS GENERALIS S.V. / SECUDA
DIGNITAS POST PONT.
LEM / ECC.E CATH.LE CEPHALUDENSI / 1702″

All’interno della chiesa si trova una loggia in legno molto interessante, che consentiva ai proprietari del Castello di partecipare alle funzioni religiose senza dover lasciare i loro appartamenti.

Nel pavimento in cotto, al centro, è raffigurato lo stemma della famiglia Signorino (d’azzurro con una banda d’oro, sormontata da un leone passante dello stesso colore), realizzato su mattonelle di maiolica, insieme a un’iscrizione che ricorda l’Arcidiacono Paolo e la data di fondazione.

Nei magazzini del Castello sono stati trovati i resti marmorei del mausoleo completo, compresa la lapide, appartenenti ad Andrea Ortolano, uno dei giureconsulti più famosi del suo tempo, morto nel 1631 e sepolto nel mausoleo fatto erigere dalla madre Camilla, Baronessa del Feudo Di Pasquale, accanto all’altare maggiore della chiesa del Monastero di S. Caterina.

Sulla lapide è inciso lo stemma della famiglia Ortolani, ramo di Pasquale (d’azzurro, con un leone col capo rivoltato, rampante sopra una collina erbosa, che si muove dal fianco destro dello scudo, il tutto al naturale, con il leone sormontato da una cometa d’oro, posta in fascia – ramo cadetto), insieme a un’iscrizione che riportiamo nella versione trasmessa dal Passafiume (1645 p. 37): D.O.M. Andreæ Hortolano Paschalis Baroni, che lode della Prudenza Giuridica ha adornato più di una volta la Toga, e con integrità ha raggiunto il grado di Grande Corte e Protonotario, ottenendo subito la fortezza dell’onore, Camilla madre, molto dolente e afflitta, ha posto, morto tra il lutto di tutti gli onori, all’età di 45 anni dalla Nascita della Vergine, nel 1631.

Attualmente la tenuta Bordonaro e il relativo castello vengono utilizzati nell’ambito di alcune manifestazioni come l’Earthday, la giornata mondiale della terra, Castello d’Autore, Rassegna di Cultura e spettacoli al chiaro di luna, la presentazione di libri, concerti.

Domenico Brocato – Foto Storiche Cefalù

Tratto da: Un Castello ritrovato –  Di Nico Marino e dall’opuscolo ” OMAGGIO ALLA MEMORIA DI GABRIELE ORTOLANI DI BORDONARO PRINCIPE DI TORREMUZZA – Edito dal Comune di Cefalù – Anno 1996.

1996 SPETTACOLO IN COSTUME AL CASTELLO DI BORDONARO

Il 16 maggio 1996 si è verificato un momento molto significativo e coinvolgente della fruizione culturale del Castello, con il saggio conclusivo del 1° Corso di Teatro nel quadro del progetto “Itinerari verso il Teatro: Lo sbarco di Ruggero”. Questo evento è stato promosso e finanziato dal Comune e affidato all’organizzazione del Dr. Giovanni Biondo, Presidente dell’Associazione “La Corte di Ruggero”.

Lo spettacolo, ambientato nel periodo medievale, ha riproposto la storica rievocazione dello sbarco di Ruggero il Normanno a Cefalù, con la partecipazione di attori della Coop. Teatrale “Ras Melkart” e attori esterni. Le foto immortalano alcune delle scene più interessanti e applaudite dal pubblico presente, con l’obiettivo di Nino Liberto.

NDR: Le fotografie di Nino Liberto sono state tratte dall’opuscolo ” OMAGGIO ALLA MEMORIA DI GABRIELE ORTOLANI DI BORDONARO PRINCIPE DI TORREMUZZA – Edito dal Comune di Cefalù – Anno 1996.

Tutte le foto di questo articolo sono state restaurate digitalmente. Clicca sulla foto per ingrandirla!

1996 - Benuccio Coco nel ruolo di trovatore (2)
1996 - il Giocoliere Stefano Baratto
Mario Maltese nel ruolo di Gabriello Ortolani di Bordonaro - Lucia Miceli
Angela di Francesca nel ruolo di una cortigiana normanna
Sandro Varzi nei ruolo di un mercante
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