
LA PALAZZINA MICCICHÈ
La Palazzina Miccichè, un esempio di Liberty “tardo” a Cefalù, fu probabilmente completata intorno al 1937, come suggeriscono fotografie d’epoca provenienti dalla collezione privata di Nico Marino, che qui pubblichiamo in formato originale, dall’archivio del gruppo Facebook “Foto Storiche Cefalù”
Tuttavia, la planimetria catastale del 1907, appartenente alla Collezione Privata dell’Arch. Salvatore Culotta, rivela una preesistenza ben antecedente, mostrando l’ingombro dell’isolato con una sagoma leggermente diversa. Costruita in un periodo storico che preannunciava il Secondo Conflitto Mondiale, la palazzina fu commissionata dal sig. Miccichè, voci dicono che fosse un gerarca fascista. Benedetto Morello ricorda che suo padre, residente nell’edificio adiacente sulla Piazza Garibaldi, subì l’imposizione di elementi decorativi stilizzati sulla balaustra della sua proprietà.
Inoltre, Miccichè fece rimuovere la “gebbia” (abbeveratoio) antistante, senza che il sig. Morello potesse opporsi, data la posizione influente del suo vicino. Tra le costruzioni coeve, la Palazzina Miccichè rappresenta uno dei migliori esempi di stile Liberty, esprimendo la sua maturità in un momento ormai avanzato.
Si può parlare di “tardo” Liberty, evidenziando come l’influenza di Ernesto Basile raggiunse la provincia con un certo ritardo rispetto a Palermo, mantenendo tuttavia coerenza e originalità, con una semplificazione dei volumi.
L’edificio si sviluppa su due piani fuori terra, culminando nella torre, che raggiunge un terzo livello con accesso alla terrazza di copertura piana. Questa torre riafferma a Cefalù, in modo più deciso rispetto a Villa Incrapera, la tipologia della casa a torre tipica del linguaggio Liberty. La Palazzina Miccichè, con la sua torre dominante Piazza Garibaldi, rappresenta una felice soluzione d’angolo nel contesto ottocentesco cefaludese.
La tipologia della residenza privata con torretta, percettivamente evidente e catalizzatrice dell’attenzione sulla Piazza Garibaldi, trova illustri precedenti nell’architettura Liberty palermitana di ispirazione basiliana. Si percepisce un tentativo di fusione tra due volumi giustapposti, sebbene semplificato rispetto alle complesse articolazioni delle opere di Ernesto Basile.
Due sono i volumi principali: un prisma trapezoidale, orientato secondo gli spazi urbani circostanti e caratterizzato da uno sviluppo orizzontale prevalente, che costituisce la parte principale dell’edificio, e un parallelepipedo a base quadrata, a sviluppo verticale, la torre, appunto, che si innesta nel primo volume. Questo innesto crea una soluzione di continuità verticale senza interrompere la percezione unitaria del complesso. Un terzo volume, allineato con la facciata su Piazza Garibaldi e retrostante alla torre, ospita il vano scala, collegando i due principali. A coronamento dell’insieme, la copertura della torre angolare, realizzata con una struttura in legno a padiglione aggettante sui quattro lati, dona monumentalità e leggerezza visiva all’edificio. L’orditura dei travetti ortogonali è visibile nell’intradosso del tetto a sbalzo. Le linee di impluvio del tetto, lungo le diagonali del quadrato, sono leggermente rastremate verso l’alto e interrotte da quattro fasce architettoniche chiare, che sembrano spezzare la copertura, richiamandone forme esotiche, quasi “cineserie”. La lanterna in ferro battuto, decorata con stilemi lineari terminanti in motivi spiraliformi e sinuosi, contribuisce ad alleggerire la percezione del torrino, conferendogli un’aura eterea.
L’edificio, dominato dalla torre, appare come un volume compatto. In pianta, gli ambienti sono regolari e la tessitura strutturale dei muri di spina è ortogonale a Via Umberto I. A differenza di Villa Incrapera, la torre non ospita il vano scala, situato, come detto, lungo il lato su Piazza Garibaldi, ma un normale vano interno. La facciata su Via Umberto I è suddivisa in due fasce orizzontali, con un’alternanza di pieni e vuoti. Le aperture, su tutti i piani, sono caratterizzate da archi ribassati, tipici del linguaggio siciliano precedente, in alcuni casi ellittici. Solo al piano superiore della torre, le due aperture verso i balconi, su Piazza Garibaldi e Via Umberto I, sono rettificate nella parte superiore, e la zona sovrastante l’arco ribassato è decorata con eleganti rilievi.
Domenico Brocato
Tratto e riscrtto dal libro “Il Liberty a Cefalù” di Giacinto Barbera e Marcella Moavero – Istituto Statale d’Arte di Cefalù.

