La Tradizionale “‘Ntinna a mari”
Simile ad una sorta di albero della cuccagna posto sul mare, un lungo tronco unto di sapone e sego, viene sospeso quasi orizzontalmente sulle acque prospicienti il molo. Lo scopo della gara consiste nel cercare di raggiungere una bandierina posta all’estremità, appunto, della ‘ntinna, senza cadere in acqua.
Quella della “‘ntinna a mare” è una tradizione che resiste a Cefalù, anzi è destinata a non scomparire mai, a non essere cancellata. Dalle mie parti si dice che la Festa del SS. Salvatore non avrebbe senso senza la “‘ntinna a mare”; è come se volessimo strappare da un corpo un cuore e pretendessimo che il corpo continuasse a sopravvivere.
In effetti la marineria di Cefalù, se non sul piano economico oggi come oggi, almeno sul piano affettivo, dell’identità, è il cuore della città.
La marineria con tutti i suoi usi, costumi, tradizioni e ricchezza d’anima. La ‘ntinna voluta dai nostri pescatori, da essi curata, organizzata e realizzata è una gara che nella sua semplicità racchiude l’essenza stessa del legame uomo-barca, uomo-mare.
Dal punto di vista agonistico la ‘ntinna a mare · (che conclude i giorni dei festeggiamenti in onore del SS. Salvatore dal 4 al 6 agosto) · è una gara di abilità.
Prevalentemente si è svolta sempre il giorno precedente la solenne processione · (anzi non si dava inizio alla processione se prima non veniva ad esaurirsi la gara)· alcuni anni fa si è svolta in notturna.
E’ certamente più suggestiva la gara notturna dal momento che l’illuminazione con le classiche lampare delle barche dei pescatori, crea uno scenario che ha un suo fascino ineguagliabile.
Il mare sotto la luce delle lampare diventa di un colore verde e quell’ansa del moletto di Cefalù ha una sua suggestione coreografica meravigliosa.
La gara vede giovani e meno giovani pescatori protesi alla conquista di una bandierina che raffigura il Pantocratore, un tempo tricolore, attaccata nella punta di un lunghissimo tronco, impregnato di grassi di animali, quindi reso scivoloso, tronco lunghissimo che è sistemato orizzontai·mente al mare e saldamente attaccato alla banchina.
La gara è tutta qui · (ma non è sempre facile come si dice o si può credere – ne sanno qualcosa i partecipanti) · nell’afferrare la bandiera avendo però avuta l’abilità di percorrere il lunghissimo tronco che, tra l’altro è abbastanza mobile cd impregnato di tanti clementi che lo rendono alquanto viscido.
Le migliaia di persone sono affascinate dall’abilità dei partecipanti alla ‘ntinna. Infatti questi affidano l’equilibrio del loro corpo ad un tronco alquanto infido e malsicuro.
Ma la gente sicuramente oltre che come gara la considera anche come uno spettacolo vero e proprio perchè all’impegno serio che sa quasi di prestigio per i partecipanti (in quanto non tutti sono ammessi, specie se non si tratta di pescatori) fa riscontro negli stessi protagonisti una sorta di esibizione a carattere popolare di farsa.
La maniera goffa, per esempio, con la quale volutamente i partecipanti finiscono a mare quando fatto un breve o lungo percorso lungo il tronco scivolano, cadono e finiscono a mare.
Diventa ancor più comica la scena perchè, per l’occasione, specie i più anziani – (i giovani tengono alla forma per le centinaia di ragazze che li assistono) – si bardano di ve· sti di donne, con ridicoli pigiami o con vestaglie delle loro mogli e sorelle.
Quando sulla banchina arriva il turno del pescatore che è ritenuto più abile quello che possibilmente ha già vinto precedenti edizioni, allora le cose cambiano tra il pubblico, ma soprattutto per coloro che coman- dano la ‘mùma • (in genere un pescatore che riscuote la fiducia di tutta la marineria) – questa viene agitata per mezzo di una corda che é legata alla punta del tronco, sotto la bandiera, per rendere difficilissimo il mantenere l’equilibrio, difficilissimo, per non dire, impossibile.
A volte la gara può durare delle ore… Chi riesce a prendere la bandiera quasi sempre sottolinea la vittoria con il grido Viva il SS. Salvatore a cui fa coro tutto il popolo presente.
Sull’origine storica della gara non si hanno notizie certe.
Si congettura che possibilmente la prima volta in Cefalù venne effettuata, nel 1783 quando il popolo di Cefalù si diede a grandissimi festeggiamenti per ringraziare il SS Salvatore dello scampato pericolo del terremoto.
Ma credo che l’ipotesi più coerente sia quella secondo cui la gara sia nata dal giuoco che compivano i marinai sull’antiche navi a vela che, come è noto erano dotate, nella parte della prora, di un albero chiamato di bompresso.
Durante le pause di lavoro per ingannare il tempo si davano a quel gioco, possibilmente attaccando alla cima dell’albero un fazzoletto, e chi l’afferrava ne era il vincitore.
Non c’era pericolo che si facessero male perchè la caduta era sempre a mare.
Sulla stregua di quel gioco nacque quello della “‘ntinna a mare” che, secondo alcuni, all’inizio anche a Cefalù era fatto su una barca, ma nel tempo risultò più comodo legare la punta alla banchina e tutto il tronco farlo fuoriuscire il più lontano possibile nello specchio di mare.
Foto Storiche Cefalù
Fonti:
Wikipedia
Cefalù Al di là della storia – di Domenico Portera