Le origini della chiesa di San Francesco
A cura di Sandro Varzi
Conoscete le origini della chiesa di San Francesco a Cefalù ?
Durante i lavori di restauro della copertura e dei paramenti esterni della chiesa di San Francesco (per i cefaludesi Sant’Antonino), sul muro nord prospiciente l’omonima piazza, in seguito alla rimozione del vecchio intonaco sono venuti alla luce i resti di una monofora bicroma, realizzata con conci di schiuma di lava e di tufo.
L’ utilizzo di questi insoliti materiali, nonché la tecnica di esecuzione, lega cronologicamente e tipologicamente questo importante ritrovamento, al Palazzetto bicromo dell’Osterio Magno, voluto dal conte Enrico Ventimiglia come sua dimora cefaludese nella seconda metà del 1200.
La presenza, l’influenza e gli interessi dei Ventimiglia a Cefalù in questo periodo, sono noti oltre per il predetto Osterio Magno, dove all’interno è presente il loro stemma, anche per un importante intervento di restauro compiuto dallo stesso conte Enrico, nella nostra cattedrale e precisamente il restauro del tetto a capriate dove si possono ancora leggere, le seguenti iscrizioni:
«+Regnante illustrissimo Domino nostro inclito Rege Manfredo Regni Siciliae anno V magnificus comes Henricus de Vigintimillibus reparare fecit tectum huius ecclesiae » – «+Anno Domini 1263 mense iunii, VI Indictionis, regnante illustrissimo Domino Rege Manfredo anno V, dominus hic de Vigintimillibus fecit hoc opus» .
Questo importante ritrovamento getta nuova luce sui Ventimiglia a Cefalù e sulla individuazione delle opere da loro volute e realizzate, in quanto, oltre a collegare la chiesa di San Francesco al Palazzetto bicromo dell’Osterio Magno, potrebbe giustificare la presenza proprio in questa chiesa, di un Calice in argento dorato e smalti policromi (la cui coppa per tradizione fu usata da Sant’Antonio)del XV secolo, su cui sono apposti lo stemma della Città di Cefalù e quello dei Ventimiglia; la presenza di una statua marmorea della Madonna con Bambino di scuola del Gagini, sul cui basamento è presente anche qui lo stemma dei Ventimiglia; l’esistenza della campana maggiore su cui si può leggere la seguente iscrizione: « Demonis et venti vimpello, cantoque laudes – Corpora viva voco, mortua voce fleo – Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat – Francisca vocor – Lotoringhus de Pisis me fecit anno Dni. 1263.
Matteus Arena me refecit Anno 1513 », che come si può notare porta la stessa data delle opere realizzate in quello stesso anno in cattedrale dal Conte Enrico.
In conclusione, grazie al ritrovamento di questa monofora bicroma, si può avanzare ancor di più l’ipotesi, che rimane tale se non avvalorata da documenti certi, che anche questa chiesa di San Francesco, sia stata voluta e realizzata dal conte Ventimiglia proprio in quell’anno 1263, data riportata nella campana, forse realizzata proprio a ricordo della fondazione.
Sandro Varzi