Cefaludesi Illustri

Pino Spinosa, “Barone”

(Naro 1932 - Cefalù 2018)

Pino Spinosa e Mauro Nesti. Foto Cefalusport

Tra le figure che hanno segnato indelebilmente la storia del turismo di Cefalù, non si può non ricordare quella del Barone Pino Spinosa.

Personaggio eclettico ed eccentrico, il Barone promosse, nel turismo, un modus operandi che rispecchiava la sua personalità: per lui, Cefalù non era e non è solo una città da amare, ma anche e soprattutto una figlia da far crescere, trasmettendole le sue passioni.

Le sue intuizioni lo portarono alla creazione di un turismo che partiva dal particolare per arrivare all’universale, di un turismo mai immemore del fascino millenario della storia dei luoghi che ne furono il teatro.

Nel 1948, il sedicenne Pino, costituì la “U.S. Calcio Cefalù”, sotto la presidenza del professore Salvatore Lo Giudice, con sede in via Umberto I, numero 25; la costituzione della suddetta società sportiva fu un passo propedeutico alla realizzazione del nuovo campo da calcio, in contrada Santa Barbara, in un terreno di proprietà del signor Nino Culotta, acquistato per ferma volontà dell’allora sindaco, dottore Giuseppe Giardina, che, per l’acquisto dello stesso, non esitò a firmare delle cambiali, facendosene personalmente garante ( prima della realizzazione del campo di Santa Barbara, i ragazzi giocavano a calcio, nel campo di Porta Ossuna).

Due anni dopo, nel 1950, il giovane barone, fondò, con altri giovani, la “ A. S. Basket Cefalù”, una associazione sportiva che si distinse per aver disputato campionati regionali e per avere avuto, come allenatori, i celebri fratelli Botindari dell’ “ U.S. Palermo”. Questi eventi sportivi, oltre a creare, tra i giovani cefaludesi, momenti di aggregazione nel segno della sana competizione, acclamavano a Cefalù, copiose folle di “tifosi”, che, pian piano, cominciavano ad essere sedotti dal fascino di una cittadina ancora selvaggia.

Nel 1961, Pino Spinosa, coniugando arte e innovazione, realizzò, in un autentico rustico del Settecento siciliano, il Nigth club, “ U trappitu”, con licenza, unica nella provincia di Palermo, di “ Arte Varia”, proponendo performance di spogliarelliste, in un’ancora pudica Cefalù e dando ad un’utenza turistica ormai sempre più numerosa, un’alternativa d’intrattenimento. Lo sport, rimaneva, comunque, la grande passione del barone e nel 1968, costituì, con altri appassionati sportivi, la “ Cephaledium Sporting Club Calcio”, con sede presso l’Istituto Artigianelli, sotto la presidenza di Giuseppe Giardina , una società sportiva che disputava campionati regionali di III, II e I categoria.

Il Corriere delle Madonie del 31 agosto 1969
Foto tratta da un articolo del 1985 - http://www.cefalusportevents.it

Sempre nel 1968, mai pago degli eventi sportivi che organizzava e puntando sempre più in alto, organizzò la Prima Coronoscalata “ Cefalù-Gibilmanna” ( “Cronoscalata del Santuario”), effettuando venticinque edizioni consecutive, di cui alcune a livello europeo ( C. E. M.), in occasione delle quali, per le premiazioni, la città di Cefalù rappresentava l’Italia e accoglieva per l’evento, i rappresentanti di ben undici Paesi europei.

Gibilmanna continuava ad essere, per i cefaludesi, il “Monte della fede”, ma era divenuto anche, grazie alla cronoscalata, un luogo ove si incontravano grandi piloti internazionali, un luogo dove il rombo dei motori faceva vibrare i cuori , in quelle campagne, ove un tempo, i frassini trasudavano manna. La cronoscalata ha segnato la storia dello sport e del turismo cefaludese, scrivendone una delle sue pagine più fascinose.

Nel 1970, costituì il “ Tennis club Cefalù”, che disputò tornei a livello regionale e che diede ai giovani cefaludesi la possibilità di praticare questo sport. Nel 1975, organizzò la gara automobilistica di velocità“ Mille Kilometri del tirreno”, presso l’autodromo di Pergusa, con 110 vetture iscritte. Se lo sport fu e rimane la sua grande passione, le gare automobilistiche furono la sua passione per eccellenza, che non appagò semplicemente una sua personale inclinazione, ma che seppe dare a Cefalù grandi opportunità e, presso i podi, una grande finestra internazionale.

Nel 1980, intuendo che Cefalù rimaneva soprattutto una città di mare, traslò dai circuiti stradali a quelli marini, le gare di velocità, istituendo la “ Duemila metri del Tirreno”, una gara di motonautica, in una pista antistante il mare di Cefalù e due edizioni del “ Trofeo di Cefalù”, col patrocinio dell’Azienda del Turismo.

Nel 1983, tornò alle piste automobilistiche, costituendo la “ Scuderia Cefalù Corse”, una società sotto la presidenza di Gaetano Inglese e con lo stesso barone in qualità di Commissario Sportivo, con ventisette piloti inscritti, con sede in Via Carrettieri, 7.

Copertina del libro
Pino Spinosa - C'era una volta la Cefalù Gibilmanna - Foto FSC

Dal 1984 al 1986, organizzò il circuito cittadino di formula Kart, che, nella sua terza edizione, vantò la partecipazione del pilota di Formula Uno, Emanuele Pirro, acclamando una folla di trentamila spettatori. Il barone si circondò di bellezza e produsse egli stesso bellezza per l’amata Cefalù. Nel 1992, i suoi eclettici interessi lo portarono alla realizzazione del “ Primo Concorso del Mediterraneo del Cavallo puro sangue arabo”, classe “C”, in tre giorni, con la partecipazione di allevatori provenienti da paesi europei e con la nobile presenza della Principessa di Spagna.

Il barone partecipò attivamente alla vita cittadina, come consigliere comunale e Assessore al Turismo , Sport e Spettacolo e come componente della Commissione Diocesana per la Pastorale Familiare. Negli ultimi anni si è dedicato ad una osservazione riflessivamente nostalgica sulla sua Cefalù, con la stesura del libro “ C’era una volta la Cefalù-Gibilmanna”, con la realizzazione del sui generis calendario dei Sindaci Cefalutani ( dal 1946 al 2015) e ad una produzione sarcastica, in cui si evince il suo estro creativo, con la stesura del libro “ Scherzando e ridendo non oltre l’humor e il faceto”.

Concludendo, mi permetto di scrivere che Pino Spinosa promosse un tipo di turismo a tinte forti, ma che non stravolse mai l’identità della sua amata città; creò turismo, facendo divenire Cefalù crogiolo di natura, cultura, arte e innovazione. Il barone amò Cefalù “ dall’interno”, come un genitore e non come un istitutore freddo e calcolatore.

Oggi la guarda, dal Circolo Unione, con gli occhi di un padre deluso, di un amante non appagato nelle sue ragionevoli aspettative… Lui, oggi, non propone nessuna idea nuova per risollevare Cefalù: le ha già proposte, le ha già realizzate.

Daniela Mendola

( fonte Giuseppe Spinosa)

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