Palazzi

STORIA DELLA CASERMA BOTTA

La storia della Caserma Botta comincia nel 1877 quando, in base alla legge 22 Marzo N. 3750 sulla nuova circoscrizione territoriale militare del Regno, il Governo stabilì di impiantare a Cefalù un distretto militare. Per venire incontro alle esigenze governative, il Comune di Cefalù ottenne, prima (nota del 28 aprile 1877 dell’amministrazione del Fondo-Culto), la parziale cessione del fabbricato dell’ex monastero di S. Caterina, poi, grazie all’intervento dell’Onorevole Botta, quella dell’intero edificio (Decreto del 30 Dicembre 1877), del quale il Genio Militare di Palermo fece eseguire il progetto di ristrutturazione.

I locali destinati all’impianto erano appena sufficienti alla collocazione degli uffici e dei depositi di armi, bisognava allora provvedere al quartiere di casermaggio e ai magazzini di deposito per le munizioni. La Giunta, quindi, autorizzata dal Consiglio Comunale, mise a disposizione il giardino Paramuro e una porzione delle terre della contrada Dietrocastello.

Piazza Cristoforo Colombo e la caserma Botta.

Si preparò poi una convenzione che prevedeva la cessione dei locali del S.  Caterina, da ristrutturare per la bisogna a spese del Comune, con la clausola che, qualora fosse venuto meno l’uso di distretto da parte del Ministero della Guerra, l’edificio sarebbe ritornato di proprietà comunale; degli altri terreni, invece, il Governo sarebbe divenuto proprietario perché su di essi avrebbe costruito, a sue spese, gli edifici occorrenti.

Il contratto, firmato dal Sindaco Culotta Pirajno (Cfr. CULOTTA PIRAJNO Antonino – Consiglio Comunale di Cefalù – Seduta 23 gennaio 1879 – Relazione del Sindaco, Gussio, Cefralù 1879 pp. 5-7), venne però sospeso per disposizione del Ministero della Guerra, avendo quest’ultimo ritenuto necessaria, prima d’ogni altra cosa, l’approvazione della Deputazione Provinciale.

«… Per venire incontro alle esigenze governative, il Comune di Cefalù ottiene, prima (nota del 28 aprile 1877 dell’amministrazione del Fondo-Culto), la parziale cessione del fabbricato dell’ex monastero di S.  Caterina, poi, grazie all’intervento dell’Onorevole Botta, quella dell’intero edificio (Decreto del 30 Dicembre 1877) del quale il Genio Militare di Palermo fa eseguire il progetto di ristrutturazione».

Finalmente in data 28 settembre 1882 vennero concordate, in apposito schema di convenzione, le condizioni che avrebbero regolato l’impianto; si convenne, in particolare, che il Municipio avrebbe dovuto fornire i locali, apprestare gratuitamente i terreni per la costruzione degli edifici necessari al funzionamento del Distretto, contribuire alle spese. Lo schema, inviato al Ministero della Guerra in data 20 dicembre 1884 (dispaccio n. 7712 – Direzione Generale del Genio Div. Servizi territoriali ed Amministrativi Sezione 2°, diretto al Comando del XII° Corpo d’armata), venne approvato e firmato  il 2 febbraio 1885 in Palermo (LIBRO ROSSO ff. 408r-409r). Nel 1907 (16   febbraio) la Giunta deliberò di intitolare il Distretto militare e la  caserma rispettivamente a Salvatore Spinuzza e a Nicola Botta (AQUIA-MARANTO-Ricerche storico-amministrative).

Durante la guerra Italo-Turca per l’occupazione da parte dell’Italia della Tripolitania e della Cirenaica, furono internati a Cefalù, nella Caserma Botta, i prigionieri Turchi (vedere foto) della Guarnigione di Rodi in n. 404 uomini di truppa del 16° Reg. Fanteria e n. 8 Ufficiali il 23 maggio 1912 (LIBRO ROSSO f. 411r). La stessa Caserma, durante la Prima Guerra Mondiale (1915-1918), accolse i prigionieri dell’Esercito Austro-Ungherese (DI PAOLA Salvatore – Toponomastica storica della città di Cefalù -Cefalù 1972 p.  29); tra questi l’ufficiale Lajos Mezey, che scrisse un diario del periodo della sua prigionia a Cefalù, di prossima pubblicazione a cura dell’avvocato ungherese Szabò Jànos.

Prigionieri nella caserma Botta

Successivamente la Caserma Botta ospitò un Battaglione della Brigata Aosta (Ibidem), poi la Scuola Allievi Carabinieri (dal 1921 fino al giugno del 1923), quindi la Colonia Marina della 28ª Divisione Territoriale di Palermo; nfine, el 1931, in conseguenza della soppressione del Distretto Militare, venne adibita a Magazzino di Mobilitazione dell’Ospedale Militare “V. Ferrara” di Palermo (DI PAOLA cit.).

Nel 1931, a seguito della chiusura del Distretto Militare n. 87, dovuta a necessità di carattere militare, anche gli spazi della Caserma N. Botta divennero disponibili. Questi vennero poi convertiti in Magazzini Deposito per l’Ospedale Militare Principale «M. Ferrara» di Palermo. Nel 1957, infatti, la sede della Civica Amministrazione si trasferì nei locali dell’ex Distretto. Dopo i lavori di ristrutturazione che hanno interessato l’intera Caserma, alla fine del 2001 è stato firmato un accordo di programma per la concessione temporanea di un’ala e della palazzina servizi alla Compagnia Carabinieri di Cefalù.

Operes - Caserma Botta Anno 2006 intervento di ristrutturazione.
Operes - Caserma Botta Anno 2006 intervento di ristrutturazione.
Operes - Caserma Botta Anno 2006 intervento di ristrutturazione.

Dal 2004, la restante parte della Caserma è stata destinata a ospitare la Base Logistico-Addestrativa, oltre a fornire un soggiorno marino per Ufficiali, Sottufficiali, Volontari in servizio permanente dell’Esercito e per i dipendenti civili del Ministero della Difesa. L’Amministrazione Comunale di Cefalù ha promosso l’inserimento di questi due edifici nell’elenco dei luoghi siciliani della Prima Guerra Mondiale. e nel mese di novembre 2015 in occosione del centenario dell’entrata in guerra dell’Italia, sono state celebrate una serie di attività commemorative (video di Giuseppe Maggio).

Foto Storiche Cefalù

Tratto e riscritto da: Sul filo dei ricordi dal 1877 – Di Nico Marino. Cefalù Informa – Gennaio/Febbraio 2002

Immagini dal gruppo Facebook Foto Storice Cefalù
Le immagini a colori sono residenti nel sito Operes

VIDEO

You cannot copy content of this page