Wigram & Griffiths, Novembre 2020
Dopo l’incontro a Cefalù nel 2019, recentemente sono riuscito a mettermi in contatto con le famiglie degli unici due avieri che persero la vita quella notte: il pilota Tenente Wigram (sinistra) e il suo mitragliere Sotto-Tenente Griffiths (destra), rispettivamente di 34 e 21 anni.
Ecco le loro storie:
Aidan Frederick Wigram & Ken Dickens Griffiths
Aidan Frederick Wigram
Già anni pilota il tenente commerciale Wigram diera aeroplani tra i più prima anzianiancora membri della dell’equipaggio guerra, con i suoi quella34 notte. Tentò l’ammarraggio nei pressi di Settefrati. Tuttavia, l’aereo per qualche motivo esplose all’impatto col mare e il suo corpo fui mai recuperato. Wigram lasciò moglie e due figli maschi.
Qualche mese dopo la Cerimonia a Cefalù, sono riuscito a contattare alcuni cugini e la moglie di suo figlio. Jennifer, questo il nome della nuora, mi ha raccontato che purtroppo entrambi i figli di Wigram non erano più in vita. In particolare, mi disse che suo marito, David, era morto da poco nel 2018 e che aveva sempre vissuto, tutta la vita, con il ricordo di suo padre.
Ken Dickens Griffiths
Il ventunenne Griffiths si trovava in volo con il Tenente Wigram e anche lui perse la vita quella notte. Già in precedenza, Griffiths fu coinvolto in altri tre incidenti, due dei quali volando con il Comandante Charles Lamb, autore del libro “War in a Stringbag”. Nel 1940, infatti, durante il loro secondo volo insieme, il motore del loro aereo si disintegrò in aria sopra l’Egitto.[/asvc_dropcaps]
Alla fine, fu proprio in un simile ammaraggio che Griffiths perse la vita, a Cefalù, in quella che fu la sua ultima missione. Da poco, sono riuscito a contattare anche la sua famiglia. Tra questi il fratello minore di Griffiths che, a 96 anni, vive in Inghilterra. Insieme ai nipoti (figli di altri fratelli e sorelle), ha accolto con molta emozione la notizia. Nessuno conosceva i dettagli di questa storia, né il luogo dell’incidente, Cefalù.
La famiglia stessa racconta che “Ken era l’ottavo di nove figli. Ci emoziona molto essere venuti a conoscenza dei fatti e il luogo dell’incidente dove ora sappiamo riposa in pace […] Essendo che il corpo non venne mai recuperato, ci eravamo convinti che si fosse in qualche modo salvato e che, in seguito ad una perdita di memoria, non fosse più stato in grado di ritrovare la strada. Tutti quanti in famiglia speravamo fino all’ultimo che un giorn Ken sarebbe ritornato finalmente a casa”.
Luca Lazzara